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Reddito d’inclusione, come fare per ottenerlo. Le domande dal 1° dicembre

04/12/2017

Chi può chiederlo? Quali sono i requisiti?

Dal 1 Gennaio 2018 parte il reddito di inclusione sociale, il nuovo sussidio economico introdotto con l’approvazione della legge delega contro la povertà.

Le domande potranno essere presentate dal 1° dicembre 2017 – tranne per il Comune di Roma in cui potranno essere presentate dal 5 dicembre (probabilmente per una mala organizzazione dell’amministrazione capitolina)-.

La domanda dovrà essere fatta presentata presso i punti di accesso che verranno preparati dai Comuni. Il Comune invierà poi la domanda all’Inps che dovrà rispondere entro 5 giorni dal ricevimento della documentazione. Se approvato, l’assegno REI verrà erogato a partire dal mese successivo a quello di approvazione della domanda.

Come funziona? Il reddito di inclusione sociale è composto da due parti: un assegno mensile e un progetto personalizzato di reinserimento sociale e lavorativo.

L’assegno mensile dipende dalla dimensione del nucleo familiare e dalla distanza del reddito familiare da una soglia di accesso. L’assegno verrà erogato per 18 mesi. E’ rinnovabile per non più di 12 mesi, ma tra la conclusione e l’inizio del Rei successivo dovranno passare almeno 6 mesi.

La seconda componente del Rei è il progetto personalizzato per l’integrazione sociale e lavorativa. Il progetto ha lo scopo di portare la famiglia a superare la situazione di difficoltà. Il progetto non riguarda solo la situazione lavorativa in senso stretto, ma può anche riguardare la ricerca di una casa, la somministrazione di cure mediche e l’educazione dei figli.

Del progetto si occuperanno i comuni ma se gli impegni presi non verranno rispettati, sono previste sanzioni: dalla riduzione di un quarto del beneficio mensile fino alla totale decadenza dello stesso.

Chi può ricevere il Rei?Tutti i cittadini italiani e comunitari ma anche i cittadini extracomunitari con permesso di soggiorno e i titolari di protezione internazionale (ad esempio asilo politico). In tutti i casi, dovranno essere residenti in Italia da almeno due anni al momento della presentazione della domanda. Dovranno essere poi rispettati dei requisiti familiari ed economici.

L’assegnazione del sussidio dipenderà infatti anche  dall’ indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) e dall’indice della situazione reddituale (cioè il reddito realmente a disposizione delle famiglie per far fronte alle spese di tutti i giorni). L’utilizzo di questo secondo criterio ha lo scopo di non escludere le famiglie che versano in stato di povertà ma che hanno la prima casa di proprietà. Purché non abbiano altri immobili che producano reddito.

In particolare, l’indicatore ISEE deve essere pari o inferiore a 6mila euro, e l’ISRE deve essere pari o inferiore a 3mila euro.

Vi sono poi dei vincoli patrimoniali. Il patrimonio immobiliare, esclusa la casa di proprietà, non deve superare i 20mila euro. E il patrimonio mobiliare (conti correnti bancari o postali; certificati di depositi e credito, buoni fruttiferi e assimilati, azioni e obbligazioni) non deve superare i 10mila euro. Ma la soglia massima per il patrimonio immobiliare si riduce a 6mila euro per i nuclei familiari composti da una persona e a 8mila per quelli composti da due persone.

Fonte: Democratica, Il sito di informazione del Partito Democratico

Last modified: 04/12/2017

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